Sapori perduti

Mi ricordi i temporali estivi
che portano sollievo e scompiglio.
C’è una margherita
impigliata fra le tue labbra
e sul tuo volto posso percepire
segreti speziati
che non dovresti rivelare mai.

Fumo d’incenso e aroma di fragole
sulle tue ciglia al caramello,
e filamenti di cioccolato
che s’imprimono nell’aria
come il velo di una vedova-fantasma.

E le tue mani di panna…
Le fermo appena in tempo
per immergerle in vasche dorate
ricolme d’amaretto e ciliegia:
indossi proprio strani sapori, sai?

Fammi assaggiare ancora un sorso
di quel gelato al caffè che hai sugli occhi
e tieni strette le nostre illusioni
fino a spezzare le catene di spumiglia che vesto.
Il nostro tempo scivola come miele
dall’aroma di città di mare sotto al sole
dove le onde sono una danza.

Rubo qualche biscotto raffermo
e tutti quei fiammiferi incendiati
nascosti nel tuo mantello magico
per convincermi che domani tornerai.

È questo il sapore dell’addio?
Mi ricorda un forziere del tesoro sepolto
sotto la luna d’un mondo sconosciuto.
Ma continui ad esistere anche nel vuoto
e c’è qualcosa di commuovente
nel tuo sorriso ormai lontano.
Se cercherai un riparo,
potrei essere io il tuo rifugio.


N.d.A
Una poesia del 2015 che probabilmente si discosta un po’ da quello che di solito tendo a scrivere. Sono presenti, infatti, molti riferimenti alimentari al posto delle più ricorrenti immagini sci-fi.

“Sapori perduti”.
Tutti i diritti sono riservati © Monique Namie



6 pensieri riguardo “Sapori perduti

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