Il Piccolo Principe – Antoine de Saint-Exupéry

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TRAMA: Il piccolo principe vive sull’asteroide B 612, dove si prende cura di una rosa, finché un giorno non decide di partire. Giunto sul pianeta Terra, precisamente nel mezzo del Sahara, la sua strada si incrocia con quella di un pilota precipitato lì con l’aeroplano. Mentre l’uomo cerca di riparare il mezzo, il piccolo principe gli racconta la storia del suo viaggio e dei personaggi strani che ha incontrato nello spazio.


L’autore, il francese Antoine de Saint-Exupéry, è una figura intrigante. Il Piccolo Principe è il suo libro più conosciuto: pubblicato nel 1943, è stato tradotto in oltre 250 lingue. Come il narratore della storia, anche Antoine era pilota d’aerei per professione. Nel 1935 ebbe un’avaria quando sorvolava il Sahara. Fu salvato in extremis dopo giorni da un gruppo di indigeni.
Non è un caso che nella trama del libro si ritrovi la figura del pilota d’aerei precipitato in mezzo al deserto. Il racconto, infatti, è autobiografico e il piccolo principe è un riflesso dell’autore stesso da bambino, quando aveva circa sei anni. A quell’età i grandi consigliarono al piccolo Antoine di lasciar perdere il disegno e di interessarsi a qualcosa di più utile e serio. Aveva disegnato un boa che digerisce un elefante, ma per la scarsa immaginazione degli adulti quello era un semplice cappello.
Il bambino protagonista abita sull’asteroide B 612. Lì ci sono tre vulcani (di cui uno inattivo) e un fiore che si crede unico in tutto l’universo: una rosa nata da un seme portato dal vento. Il suo mondo è così piccolo che, in caso gli salisse la malinconia, gli è sufficiente spostarsi di qualche passo per vedere tutti i tramonti che desidera. Un problema non da poco sono i germogli di baobab. Li deve estirpare prima che crescano troppo, perché potrebbero distruggere il suo piccolo pianeta.
Ad un certo punto il piccolo principe abbandonata tutto e parte in viaggio. Il motivo per cui se ne va dalla sua casa-asteroide è il rapporto tormentato tra lui e la rosa. I due si vogliono bene, ma sono troppo giovani e inesperti, così finiscono per ferirsi a vicenda. Ecco, allora, che un giorno il bambino lascia il fiore da solo in balia delle intemperie. Questo è l’inizio di un’avventura che lo porta a incontrare molti personaggi strani. Gente impegnata in mansioni inutili e prive di senso. Come l’uomo d’affari, che conta le stelle allo scopo di farle sue e diventare ricco per comprare altre stelle. Oppure persone tristi, invischiate in un meccanismo che si auto-alimenta all’infinito. Come l’ubriaco, che beve per dimenticare di avere vergogna di bere.
Gli adulti non capiscono che cos’è veramente importante. Hanno dimenticato di essere stati bambini e alle domande del principino si giustificano dicendo “sono un uomo serio io”.

Free Image Hosting at FunkyIMG.comTra tutti i personaggi che il piccolo principe incontra, quello forse più famoso è la volpe. Da lei arriva l’idea che “l’essenziale è invisibile agli occhi” e il concetto di “addomesticamento” inteso come “creare dei legami d’amicizia”. È grazie a lei che il principe capisce una cosa importante: anche se esistono un’infinità il rose all’apparenza tutte uguali, la sua è speciale e incomparabile, perché per lei ha speso del tempo in cure e attenzioni. Ed è proprio a causa del tempo passato assieme che i due si sono “addomesticati” a vicenda e continuano a sentirsi legati nonostante la grande distanza cosmica che li separa.
Il tempo è un’astrazione che ricompare più volte nel libro. Fa riflettere l’incontro del piccolo principe con il controllore e con il mercante. Il primo spedisce treni a destra e a sinistra. Dentro ci sono persone che hanno fretta di fare chissà cosa e che non sono mai contente del posto in cui stanno. Il secondo vende pillole che placano la sete. La gente le compra per risparmiare il tempo che impiegherebbe per bere.
Dal testo:
«È una grossa economia di tempo», disse il mercante. «Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano cinquantatré minuti alla settimana.»
«E che cosa se ne fa di questi cinquantatré minuti?»
«Se ne fa quel che si vuole…»
«Io», disse il piccolo principe, «se avessi cinquantatré minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana…»

Per il modo in cui vengono trattati gli argomenti del racconto e per gli insegnamenti che si possono trarre, credo sia una lettura adatta a grandi e piccini. Vale la pena leggere questo libro perché, oltre a presentare argomenti riflessivi in modo semplice, è anche in grado di emozionare e commuovere.
Dal libro è stato tratto l’omonimo film d’animazione uscito nelle sale nel 2015. Io sono andata a vederlo, ma di questo parlerò in un altro articolo.


Licenza Creative Commons Questo articolo di Monique Namie
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3 pensieri riguardo “Il Piccolo Principe – Antoine de Saint-Exupéry

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