Sdrammatizziamo: “Metti la nonna in freezer”


Claudia lavora come restauratrice con l’ausilio di due colleghe nonché amiche. Purtroppo, la pubblica amministrazione non le paga quanto dovuto e lei riesce ad andare avanti solo grazie alla pensione di nonna Brigit. Quando, improvvisamente, l’anziana muore, alle tre ragazze nasce la malsana idea di congelarla per continuare a percepire la pensione. A questo punto, Claudia non si aspetta di certo che Simone, un maresciallo della Guardia di Finanza moralmente ineccepibile, irrompa con tanta assiduità nelle sue giornate.


Non sarei mai andata a vedere questo film, neanche col biglietto a tre euro, ma qualcuno in famiglia insisteva, così mi sono lasciata convincere. Devo dire che, infine, l’ho trovato simpatico.
Non è la solita commedia italiana piena di battute squallide. Già dalla prima ripresa sono rimasta positivamente colpita. La telecamera passa attraverso luoghi impenetrabili, tra ventole dal rumore sinistro e cavi di alimentazione elettrica. È un modo per guidare lo spettatore a un primo incontro con il protagonista inanimato di questo film: il freezer.
Attraverso la personalità del finanziere Simone (Fabio De Luigi) e della giovane restauratrice Claudia (Miriam Leone), vengono mostrati due mondi distanti e opposti che difficilmente possono trovare un punto d’incontro.
Simone si domanda perché tutti quelli che arresta per aver violato la legge dicono: “L’ho fatto per i miei figli”. Lui non ha figli e non ha nemmeno una compagna. La sua infanzia difficile lo ha reso alquanto imbranato con le donne, motivo per cui cerca soddisfazioni esclusivamente nel proprio lavoro, evitando persino di andare in ferie. Non c’è modo che possa capire quei disperati che cercano di raggirare la legge perché si trovano in ristrettezze economiche. Ovviamente non tutti vivono in povertà: tra loro c’è anche chi ha già molto e vuole ancora di più. Claudia, comunque, non è tra questi. Ha un lavoro, ma se lo stato non la paga non può retribuire le sue collaboratrici e tutto il suo impegno risulterebbe vano.
Simone si troverà inconsapevolmente invischiato in quella realtà che non comprende proprio quando conoscerà Claudia. Frequentandola e iniziando a fare progetti con lei, la situazione finirà per sfuggirgli di mano. Il messaggio che viene dato è un classico: “Non si può capire bene una situazione finché non la si vive di persona”. Il tutto è accompagnato da una buona dose d’ironia e battute simpatiche. A contribuire al sorriso sono le caratteristiche stesse dei personaggi, come le due amiche-collaboratrici della protagonista: l’amante e la svampita. Il pubblico del cinema in cui sono andata mi è sembrato apprezzare molto. Ogni tanto scoppiavano delle risate incontrollate e, in effetti, alcune scene sono state davvero esilaranti.
Per concludere direi che in questa pellicola si fondono amore, amicizia, commedia e realtà amministrativa/lavorativa italiana. Non volevo andare a vedere il film perché dal trailer la vicenda mi sembrava macabra e di cattivo gusto. Infine mi sono ricreduta: il tutto è trattato in modo divertente e apprezzabile. Consigliato soprattutto a chi ha voglia di farsi due risate e sdrammatizzare la situazione attuale che vessa il nostro Bel Paese.


Licenza Creative Commons Questo articolo di Monique Namie
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11 pensieri riguardo “Sdrammatizziamo: “Metti la nonna in freezer”

  1. un tempo andavo sempre al cinema, l’ho fatto per anni e anni, ultimamente invece li vedo solo in tv. Ho sentito alla radio il trailer di questo film, anche a me non attira come trama. Io di solito guardo solo film impegnati, di commedie ne ho sempre viste pochissime, tranne qualche eccezione.
    Apprezzo sempre moltissimo il tuo modo di fare recensioni, attente, profonde, dettagliate. Davvero molto brava! 😉

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    1. Grazie mille per i complimenti sul mio modo di recensire. 😀 A me capita ogni tanto di andare a vedere commedie soprattutto perché c’è qualcuno in famiglia a cui piacciono e allora mi lascio convincere. Non disprezzo le commedie, ma se dovessi sceglier preferirei un bel film d’azione, di fantascienza, storie vere, o trame riflessive. 🙂

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