First Man – Il primo uomo

Il rombo assordante di un instabile velivolo che sale sempre più in alto fino a uscire dall’atmosfera. Le vibrazioni del rientro che si propagano nelle ossa scuotendo l’anima del pilota. E la Luna, così lontana, pallida e irraggiungibile, come un sogno.
Chi mi conosce sa che ho attraversato la fase “da grande voglio fare l’astronauta”, per cui non potevo perdermi First Man.

Nel film viene messa in primo piano la vita privata di Neil Armstrong piuttosto che gli eventi storici. Sono presenti degli accenni alla Guerra Fredda, all’assassinio di Kennedy e alle proteste per i soldi spesi nel programma spaziale, ma questi non rendono il film meno incentrato sul piano personale.
Negli anni ’60 la tecnologia astronautica era molto arretrata, non c’era la soglia di sicurezza che si è raggiunta oggi, ogni missione poteva essere l’ultima. First Man – Il primo uomo mostra la fragilità della natura umana, ma anche la determinazione: Neil Armstrong non è dipinto come un eroe, è prima di tutto una persona e come tale ha le sue debolezze e imperfezioni.

La narrazione si sofferma sul vissuto di Neil, sul rapporto con la moglie Janet, con i colleghi e, soprattutto, sul dolore causato dalla perdita della figlioletta Karen: un avvenimento che sembra segnare in modo indelebile l’esistenza di Armstrong. Questa grave scomparsa, sommata alla tragica morte di alcuni colleghi e amici, diventa il motore che lo spinge sempre più lontano, rendendolo quasi insensibile di fronte alla possibilità di perire. Negli occhi dell’attore Ryan Gosling, perfettamente immedesimato nell’astronauta più famoso della storia, si legge la consapevolezza, ma anche la quasi totale assenza di paura verso la concreta possibilità di non fare più ritorno. Senza dire nulla, osservando malinconicamente dalla Terra quella piccola macchia pallida che è la Luna, sembra pensare a sua figlia e sussurrare mentalmente “andrò lassù per te”.
Le perdite che ha dovuto subire sembrano avergli conferito un senso d’incoscienza. Raggiungere il suolo lunare diventa paradossalmente un modo per toccare il fondo, morire per poi rinascere forse un po’ libero dal tormento.

Il film mi è piaciuto moltissimo e l’ho trovato emozionante. Le mie parti preferite sono quelle in cui vengono mostrate le dure esercitazioni a cui erano sottoposti i candidati, il collaudo di velivoli sperimentali, le prime missioni. Nonostante le vicende storiche siano ben note, c’è sempre un velo di suspense che persiste.

Ho adorato anche le musiche. Quando riascolto la soundtrack che accompagnava l’allunaggio, mi sembra di rivedere la scena: rocce e crateri che scorrono veloci sotto il lander, il livello del carburante che scende sempre più… brividi.

Se avete visto Gravity, Interstellar, The Martian e vi sono piaciuti, penso vi piacerà molto anche First Man. I primi tre sono film sullo spazio con base fantastica, Il primo uomo ha il valore aggiunto di trattare fatti storici e di avere per protagonisti personaggi realmente esistiti.
Tornerei a guardarlo una seconda volta al cinema e aspetterò l’uscita del DVD.


Licenza Creative Commons Questo articolo © Monique Namie
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14 pensieri riguardo “First Man – Il primo uomo

  1. Ne approfitto per chiederti un parere in quanto esperta di fantascienza. Hai citato Gravity – che per inciso a me è piaciuto molto. Lo reputi un film sci-fi? Lo chiedo perché so che in genere è così, ma personalmente faccio un po’ fatica a considerarlo come tale. Mi sembra che gli elementi fantascientifici siano troppo pochi, e dove ci sono in genere è per via di errori tecnici più che per un’intenzionale volontà di inserire aspetti sci-fi. Non sono un esperto e quindi non saprei su che base un film possa effettivamente essere classificato nel genere. È vero che è ambientato nello spazio, ma – per fare un paragone con un argomento a me più consono – non ogni film ambientato nell’Ovest americano è un western. Quindi… boh. Aiutino? 😁

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    1. Non mi ritengo un’esperta, sono un’appassionata, però grazie per averlo pensato 🙂
      Su Gravity è venuto qualche dubbio anche a me. Come hai giustamente notato la scienza non è poi troppo lontana dalla realtà e dove si allontana è per colpa degli errori (i portelloni della ISS che si aprono dall’esterno, per esempio). Tuttavia, personalmente lo reputo sci-fi, perché parla di un evento fantastico ambientato nello spazio e tutta la vicenda si tiene a stretto contatto con la scienza. Gli elementi fondamentali del genere ci sono e lo farei rientrare nella sottocategoria della space opera 🙂

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      1. Space opera? 😲🤔 Ma non è il sottogenere di Star Wars o comunque di quelle opere “epiche” a metà tra fantasy e fantascienza? (Che poi per me SW e fantasy… ma qui si apre un campo ben più vasto e sdrucciolevole).
        Quindi anche “Space Cowboys” (2000) lo classificheresti come fantascienza? Non so se l’hai visto, comunque la trama si trova, per avere un’idea.
        P.S. Un appassionato, a forza di coltivare la sua passione, diventa un esperto. 😉

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        1. La space opera non necessariamente parla di battaglie e lunghissimi viaggi nello spazio. Come dice il nome “space”, basta che l’ambientazione sia lo spazio. Se vogliamo potremmo creare delle sotto-sottocategorie della sottocategoria space opera, ma a me troppe etichette sinceramente non piacciono 😱 😀
          “Space Cowboys” mi manca. Non leggerò la trama perché preferisco vedere il film senza spoiler prima di dare una valutazione 🙂

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  2. Tutti i film che hai citato in chiusura per me sono davvero ben fatti in particolare Interstellar di Nolan che ho amato a dismisura. Questo non l’ho ancora visto ma mi ispira molto. Ora, dopo questa tua recensione ho ancor più voglia di correre al cinema!

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    1. Interstellar è il mio film preferito! Fu interpellato anche il fisico Kip Thorne in modo da creare qualcosa che fosse il più fedele possibile alla realtà scientifica conosciuta.
      Mi fa piacere che la mia recensione ti abbia invogliato a vedere First Man 🙂

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      1. Anch’io lo adoro e devo confessare che l’ho visto più volte ma non mi stanca mai. Non sapevo della partecipazione del fisico ma si vede che c’è molta ricerca dietro. Sono riusciti davvero a creare una storia fantascientifica verosimile e molto umana. Meraviglia!

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