Robot & Scarecrow è un cortometraggio fantascientifico, romantico e drammatico. Da grande amante del genere sci-fi, e in particolare dei robot, mi è piaciuto moltissimo. Il film è fatto proprio bene, anche se è presente l’inevitabile storia d’amore che da un po’ associo alla banalità. L’idea, tuttavia, si guadagna la mia approvazione per il fatto che i protagonisti sono esseri alquanto fuori dalla norma, il che rende la cosa più inconsueta e originale.
Parlando della trama, Robot & Scarecrow è ambientato nel mezzo della pazza euforia di un festival musicale estivo. Uno spaventapasseri, atratto dalle grida di festa, si anima e va verso la confusione alla ricerca di divertimento. Dietro le quinte del palco qualcuno sta cercando di attivare una robot che dovrebbe esibirsi, ma il suo funzionamento è instabile, la batteria è danneggiata.
Lo spaventapasseri e la robot rappresentano due anime alienate e affini che si sentono attratte l’uno dall’altra fin dal primo momento. Entrambi desiderano essere liberi di sperimentare cose nuove e di vivere intensamente. Ma questa non è una favola dal classico “e vissero tutti felici e contenti”. Anzi, il film propone una riflessione un po’ cupa: niente di ciò che è bello è destinato a durare per sempre.
Il film termina con una frase toccante estrapolata dal poema di Neruda The Dead Woman: “My feet will want to walk to where you are sleeping, but I shall go on living”. — “I miei piedi vorranno andare dove tu dormi, ma io continuerò a vivere.”
Aspettate prima di giudicarlo il prodotto di qualche mente depressa. Alla fine si legge che il corto è dedicato “a papà”. Uno o entrambi gli sceneggiatori del film (Kibwe Tavares e Ursula Rani Sarma) hanno dedicato il corto al padre venuto a mancare. Le tessere del puzzle combaciano e il dramma in questa storia assume un senso più profondo.
Curiosità: i due protagonisti principali del film non sono stati creati dal nulla con la computer grafica. Con gli effetti speciali sono stati rielaborati i volti, le espressioni e i movimenti di due attori in carne e ossa. Il risultato è molto realistico e affascinante.
Ecco qui il making of del cortometraggio.
Questo articolo © Monique Namie
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proprio oggi all tv sentivo di nuovi influencer creati digitalmente, in pratica creano personaggi ispirati a persone vere, ma sono tutti digitali. Sembrano umani a tutti gli effetti, hanno un seguito impressionante, ma è tutto artificiale.
Leggendo il tuo post mi è subito tornato alla mente ciò che ho visto stasera alla tv 😉
L’arte e il futuro viaggiano all’unisono, ormai realtà e fantasia sono una cosa sola, e se sono ben fatti possono anche nascere opere di grande rilievo. 😉
Buona giornata.
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Notizia interessante che mi è sfuggita! Farò sicuramente delle ricerche perché l’argomento mi entusiasma particolarmente. Sono d’accordo con te, unendo l’arte alla tecnologia del futuro potrebbero davvero nascere grandi opere.
Grazie per il commento e buona giornata 🙂
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Non sono amante del genere, ma non mi è dispiaciuto vederlo.
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Meno male. In fin dei conti potrebbe essere anche un storia tra due esseri umani, solo che qui ci hanno inserito l’elemento sci-fi 🙂
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