
Titolo originale: Journey to the Ants. A Story of Scientific Exploration
Titolo italiano: Formiche. Storia di un’esplorazione scientifica
Autori: Bert Hölldobler, Edward O. Wilson
Prima pubblicazione: 1994
Sono pronta a scommettere che questo libro interesserà davvero a pochi, ma ne voglio parlare comunque. Perché mai ho letto un libro sulle formiche? Probabilmente sono una delle rare persone che da sempre trova questi animaletti affascinanti. Le formiche sono i miei insetti preferiti. Mia madre mi raccontò che l’anno in cui nacqui entrarono per la prima volta le formiche in casa. Da piccola ho scavato qualche formicaio per curiosità, arrivando a vedere le operaie che scappavano via con le larve tra le mandibole (ho fatto passare delle brutte giornate a quelle poverette). Quando le guardo spostarsi in fila, esplorare il marciapiede di casa in cerca di provviste, lavorare attorno al formicaio trasportando pezzettini di terra, mi sembra di essere un gigante che osserva dall’alto una piccola società laboriosa e ben organizzata come quella umana. Leggere questo libro è stato entusiasmante, e mi ha fatto sentire come se stessi esplorando usi e costumi di una civiltà extraterrestre che al posto del sangue ha in circolo l’emolinfa. Studiare le formiche, diventare mirmecologi, è qualcosa che potrebbe definirsi una vocazione. Si scopre, infatti, che gli studiosi che hanno scritto questo libro sono rimasti affascinati dalle formiche fin da ragazzini e non hanno mai smesso di pensarci nemmeno da adulti.
Le formiche sono animali altamente sociali (o, per usare il termine esatto, eusociali) e proprio questa caratteristica, tra le altre, sembra all’origine del successo che hanno avuto nel colonizzare diversi ambienti terrestri. Questi piccoli animaletti riservano molte sorprese, come la loro completa dedizione alla colonia, e l’annullamento dell’egoismo individuale.
“[…] il vantaggio competitivo che portò all’ascesa delle formiche quale gruppo predominante in tutto il mondo è la loro esistenza coloniale estremamente evoluta e caratterizzata dal sacrificio del singolo. Sembra che, in alcune circostanze, il socialismo funzioni davvero è solo che Karl Marx considerò la specie sbagliata.”
Come funziona il ciclo vitale di una colonia? Come fanno i singoli individui a scambiarsi informazioni e a collaborare in modo così efficiente? Il libro spiega tutto in modo semplice, talvolta facendo paragoni con usi e costumi umani per rendere certi concetti più comprensibili.
Le formiche operaie sono femmine sterili. La natura le ha “programmate” per essere dei veri e propri kamikaze senza paura nel momento in cui si presenti l’occasione di difendere il territorio o competere per il cibo. All’interno del superorganismo conta solo la sopravvivenza della regina, e le formiche sterili si distinguono per i diversi compiti assunti, una vera e propria suddivisione in caste: c’è chi protegge la prole, chi attacca il nemico in caso di invasione, e chi ripara i danni alla struttura. Io le trovo incredibili. Sapere che la loro storia evolutiva abbraccia un arco di tempo passato pari a più di cento volte l’intera esistenza del genere Homo mi lascia senza parole.
Il capitolo “Guerra e politica estera” è uno dei miei preferiti. Essenzialmente basta una frase per spiegare il livello di aggressività e territorialità di questi insetti. “Se le formiche possedessero armi nucleari, probabilmente distruggerebbero il mondo nel giro di una settimana.” Non si esagera affermando che “la vita delle formiche è fatta di piccole oasi di armonia in un mondo implacabile.” Inoltre è interessante sapere che “mentre le società umane mandano alla guerra i loro giovani, le società di formiche tessitrici mandano le loro signore anziane.”
Immaginiamo di rimpicciolirci e trasferirci per un po’ in una colonia di formiche: scopriremo alcuni eventi riscontrabili anche nella società umana. “Osservare da vicino le relazioni di particolari individui è come entrare in una città apparentemente pacifica e scoprire, dopo esservi vissuti per un po’ di tempo, che quel posto è saturo di contrasti famigliari, di furti, di scippi stradali, anche di omicidi.”
La maggior parte delle formiche comunica e si riconosce dall’odore. L’ipotesi non ancora definitivamente provata è che, per la loro particolare chimica corporea, si ritrovino addosso una miscela di idrocarburi. All’olfatto umano questa miscela potrebbe richiamare l’odore che si avverte in una stazione di servizio, ma per la formica diffonde un lieve sentore di amicizia e sicurezza.
“Le formiche tessitrici con il loro linguaggio chimico sono andate molto vicino all’impiego della sintassi: l’uso di varie combinazioni di «parole» chimiche per trasmettere «frasi» diverse”.
In un capitolo dedicato si scopre che anche nelle società delle formiche ci sono dei parassiti che approfittano del lavoro degli altri per vivere nell’agio senza particolari sforzi. Si scopre che alcuni insetti predano le formiche usando tecniche che prevedono l’inganno e non la forza bruta: la cimice assassina, per esempio, potrebbe essere paragonata a un vampiro che si camuffa per succhiare il sangue delle vittime.
“Se le formiche, come l’uomo, facessero cinema, nei loro film dell’orrore il mostro preferito sarebbe di certo la cimice assassina Acanthapsis concinnula.”
L‘opposto dei parassiti sono trofobionti, i più comuni nel nostro territorio sono gli afidi. Spesso negli arbusti in cui sono presenti afidi che ne succhiano la linfa, si notano anche numerose formiche che si cibano della melata (lo scarto della linfa) prodotto dagli afidi. In cambio di questa prelibatezza, le formiche proteggono gli afidi da insetti predatori. Alcune formiche allevano afidi all’interno della colonia, un po’ come gli esseri umani allevano le mucche per procurarsi il latte.
Infine il libro invita a una riflessione sull’importanza di questi insettini, spesso visti dall’uomo come degli infestanti che rovinano giardini, piante e qualche volta colture e pavimentazioni. In realtà, le formiche fanno del bene all’ecosistema contribuendo a mantenere un equilibrio. Se l’umanità scomparisse, duole dirlo, ma il pianeta ne gioverebbe: “cesserebbero le estinzioni di massa attualmente in corso, gli ecosistemi danneggiati guarirebbero e si espanderebbero.” Se, invece, fossero le formiche a scomparire, “l’estinzione delle specie crescerebbe, a un tasso superiore a quello attuale, e gli ecosistemi terrestri si inaridirebbero più in fretta.”
Interessanti approfondimenti video:
La guerra mondiale delle formiche – La Formica Legionaria
La mega colonia composta da miliardi di formiche e la più grande guerra sulla Terra
I regni guerrafondai della Formica Tessitrice
How I Made an Ant Think It Was Dead—The Zombie Ant Experiment
© MONIQUE NAMIE
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Affascinante
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🙏😊
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Che bello! Gli imenotteri mi affascinano perché sono gli unici animali a vivere in società, a parte gli esseri umani (e forse forse alcune scimmie, ma è una affermazione un po’ forzata). Oltretutto, una forma di società strutturata molto diversamente rispetto a quelle umane: credo che la battuta sulla somiglianza con il comunismo sia da intendersi in senso ironico, dopotutto. Potrei davvero procurarmi questo libro.
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Direi proprio che la frase su Karl Marx è ironica. Ci sono altre frasi che esprimono un certo umorismo in questo libro.
Tra tutti gli imenotteri io mi sento attratta solo dalle formiche, che mi piacciono anche di aspetto. Le trovo simpatiche in confronto a termiti, vespe, ecc.
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pensa che mia madre è ossessionata dalle formiche, quando arriva la tarda primavera comincia già ad andare in ansia, getta tanta di quella polvere fra casa e poggiolo che sembra di stare da un fornaio con la farina 😁 E tu invece le ami. Vedi la vita com’è varia? 😉 Bella come sempre questa tua recensione che mette una curiosità infinita di scoprire questo libro..😉
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La maggior parte delle persone vuole liberarsi delle formiche che entrano in casa. Più rari sono quelli che le alleverebbero in un terrario in salotto 😁
Mi fa piacere sapere che le mie recensioni sono apprezzate 😊
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A me invece interessa molto, sono appassionata di formiche, lo metto in lista.
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Sono contenta che interessi anche te! 😊🙏
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Io e mia figlia le abbiamo osservate a lungo, avendo una casa con un immenso prato ci siamo appassionate a questo laborioso e, per noi, intelligente animaletto…magari un po invadente a volte 🙂
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