Vita da portalettere: contrattempi durante la “gita”

Quando un portalettere finisce di incasellare la posta e sistemare tutta la parte d’ufficio può iniziare il giro di recapito. Il giro di recapito viene chiamato “gita”. Sul palmare c’è proprio l’opzione che ti permette di sincronizzare il lavoro d’ufficio per renderlo pronto alla gita. Anche se si chiama “gita” è tutt’altro che rilassante.

Il contenuto di una cassetta postale pubblica

Il mio orario per ora è quello business: dalle 9:30 alle 17:00. Solo che chi è nuovo non torna mai alle 17:00.
Mi è capitato di arrivare al civico 27 e trovare un biglietto: “La posta al civico 24” e di dover tornare indietro. Mi è capitato di arrivare al civico 32 e trovare un altro biglietto: “Pacchi e raccomandate al numero 17”, ma il 17 dov’è? Numeri civici non specificati o poco visibili, cassette della posta senza nomi, o nascoste dentro siepi incolte, o infestate dalle vespe, indirizzi scritti sbagliati da chi ha spedito, vecchi condomini con le cassette nell’atrio dietro il portone chiuso, cani rabbiosi che danno di matto ogni volta che vedono un postino. Un portalettere che conosce la zona perché ha fatto lo stesso giro per anni certe cose le ha imparate, ma per me è tutto nuovo e questi contrattempi mi fanno perdere tempo. La cosa che meno sopporto in assoluto sono le cassette della posta sistemate nell’atrio del condominio dietro il portone chiuso. Suono per farmi aprire e magari in quell’appartamento non c’è nessuno, o magari ho suonato da un anziano che ci mette cinque minuti solo per arrivare al citofono.

Il tipo di cassetta che preferisco

La legge dice che le cassette postali devono essere collocate al limite della proprietà, sulla pubblica via, o comunque in luogo liberamente accessibile. È inoltre obbligatorio mettere il nome sulla cassetta della posta (o almeno il cognome). Magari a qualcuno può sembrare poco importante, o chiamare in causa la privacy. Inviterei questo qualcuno a recapitare raccomandate senza trovare i nominativi sulle cassette, e poi ne riparliamo.
Un altro problema che mi trovo ad affrontare riguarda la consegna di pacchi più o meno voluminosi. Qui in Italia non abbiamo le cassette della posta di dimensioni omologate come negli USA. Nel mio giro ne ho trovate solo due del tipo americano. Quindi se ci sono pacchi che non entrano nella buca delle lettere non è bene lasciarli sopra al muretto di recinzione dove possono essere presi da estranei o cadere. Devo suonare, sperare che ci sia qualcuno in casa e avvisare che c’è un pacco. In caso dei pacchi raccomandate, se non c’è nessuno, devo anche telefonare al destinatario col palmare per farmi autorizzare a lasciare il pacco in giardino.
Ci sono anche degli aspetti positivi. L’emozione che si legge nel volto della gente quando consegni un pacco che era atteso, o quando consegni una raccomandata che porta buone notizie. Mi piace recapitare cartoline e settimanali (come Topolino) perché mi immedesimo nelle persone che li ricevono. Trovo piacevole anche la vuotatura delle cassette pubbliche. Durante la mia prima vuotatura ho trovato alcune cartoline e due lettere.
Di buono ci sono anche alcuni paesaggi e certi particolari che saltano all’occhio. Ecco qualche foto che ho scattato durante la “gita”.

Bigliettino appiccicato sul muro di una casa vicino alla cassetta della posta
Imbarcazioni sul Naviglio del Brenta
In quel ramo del Naviglio del Brenta che volge a oriente

Prossimo capitolo


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7 pensieri riguardo “Vita da portalettere: contrattempi durante la “gita”

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