Allarme spoiler!
Se non avete visto i film o letto il libro troverete molte anticipazioni.

Lolita è stato pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1955 da un’importante casa editrice erotica. Scandaloso, scioccante: due degli aggettivi più frequentemente utilizzati per descrivere questo romanzo.
Dopo aver familiarizzato con lo stile ricco di periodi lunghi, frammezzato di parole francesi, parole ricercate o rigiri per dire la stessa cosa in modo più forbito (genetliaco: compleanno, preprandiale: prima di pranzo, atout: buona probabilità di successo, pederosi: attrazione sessuale verso un minorenne) la lettura si è fatta più scorrevole. Diciamo che comunque non vado molto d’accordo con lo stile di Nabokov. Mi dà come l’impressione di volersi mostrare un grande intellettuale lontano dal volgo.
Ciò che trovo interessante è il tormento di Humbert in relazione a un lutto subìto nella sua infanzia e il fatto che Nabokov abbia tratto ispirazione da due personaggi realmente esistiti per scrivere Lolita.

La Lolita del film del 1962 di Kubrik è molto carina, disinvolta, non esageratamente provocante. Forse per un film d’inizio anni ’60 alcune scene e alcuni comportamenti possono essere considerati piuttosto audaci. La prima volta che la si vede nel film, Lolita è stesa in giardino con indosso un costume da bagno a due pezzi abbastanza succinto per l’epoca, e questo è quanto.
Alcune scene del libro considerate troppo spinte o troppo sensuali sono state omesse nel film. Il bacio innocente che Lolita doveva dare sulle labbra al protagonista prima di partire per il campeggio, qui diventa un caloroso abbraccio. I favori sessuali di lei sono così impliciti e sottointesi che se non avessi letto il libro penserei ingenuamente a una relazione possessiva, ma comunque casta.

La Lolita del film del 1997 è più provocante. La prima volta che viene inquadrata è stesa nel giardino di casa, vestita, ma sotto il getto dell’irrigazione. Le trasparenze del vestito inzuppato lasciano poco all’immaginazione. Anche i comportamenti sono molto provocanti. Si siede sulle ginocchia di Humbert con fare ambiguo, lo bacia sulle labbra prima di partire per il campo estivo.
In entrambi i film Lolita offre il proprio corpo per dimostrare a Humbert ciò che aveva fatto al campo estivo. Un adulto sano di mente avrebbe dovuto fermarla. Per Lolita quello era solo un gioco del quale non conosceva ancora il vero significato.
Ho letto giudizi negativi sul film del 1997, ma in realtà, a me sembra quello più fedele al romanzo. Viene ripreso il motivo iniziale per cui Humbert ha sviluppato un’ossessione per le cosiddette “ninfette”. Quando aveva 14 anni, visse un travolgente amore corrisposto con una ragazza della sua età. Quattro mesi dopo lei morì di tifo lasciando in lui un trauma che gli si ripercuoterà contro per l’intera vita.
In questo modo Humbert è in primo luogo carnefice, ma anche vittima. È carnefice perché rovina la vita a una giovane innocente e pura, e inganna sentimentalmente la madre di lei, sposandola solo per stare vicino alla figlia. Humbert è anche una vittima perché se uno psichiatra lo avesse aiutato a superare il suo trauma adolescenziale forse le cose avrebbero potuto andare diversamente. A qualsiasi persona dovrebbe essere data la possibilità di essere felice amando ed essendo amata in modo sano. In generale si è comunque portati a provare compassione per Lolita e a provare disgusto per un uomo come Humbert.

Alcune frasi del libro riprese fedelmente nel film del 1997
“Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta sul suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.”
«Voglio che tu lasci il tuo occasionale Dick, e questa topaia orrenda, e che venga a vivere con me, e a morire con me, e tutto con me» .
“Mi coprii la faccia con la mano e piansi le lacrime più cocenti che avessi mai versato. Le sentii serpeggiare tra le dita e giù per il mento, e scottarmi, e mi si chiuse il naso, e non riuscivo a smettere, e poi lei mi toccò il polso.
«Se mi tocchi muoio», dissi.
Conclusione:
Il film del 1962 tralascia alcune cose presenti nel libro, altre le rende implicite. Ciò lo rende un film dove l’orrore di una relazione moralmente inaccettabile è accennato così sottilmente da non creare nemmeno troppo disagio a chi guarda. E parlo da persona estremamente sensibile.
Nel film del 1997 le cose vengono narrate in maniera molto più diretta. Lolita si comporta in modo estremamente provocante con l’uomo sbagliato. Nella sua innocenza, tutto è un gioco. E se le cose degenerano la colpa è dell’adulto che asseconda invece di mettere un freno. Non è un film a luci rosse, ma lascia intendere molto bene la sporca intimità tra i due. Una scena in particolare non lascia spazio a dubbi.
Termino con una riflessione. Perché scrivere un romanzo su un uomo perverso che ruba l’infanzia a una dodicenne? Lo stesso protagonista del libro ci fornisce una risposta.
“A meno che qualcuno riesca a provarmi […] che a infinito andare non avrà la minima importanza che una fanciulla nordamericana di nome Dolores Haze sia stata privata della sua infanzia da un maniaco, a meno che qualcuno riesca a provarmi questo (e se qualcuno ci riesce, allora la vita è una farsa), non vedo nessun’altra terapia per la mia infelicità se non il melanconico, localissimo palliativo dell’arte espressiva.”
© MONIQUE NAMIE
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Trovo il tuo post meraviglioso!
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Grazie Luisa! 💙😊
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🙏🤗🙏
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questo è sempre stato un caso controverso, non mi sono mai approcciato al libro o ai film pur conoscendoli e conoscendo l’iconografia
punto importante e che molte volte viene travisato (con la nascita delle ninfette adescatrici nei film anni ’70) e che tu hai evidenziato: è tutto dal punto di vista di un pedofilo, ma molti non capiscono questo dettaglio 😨
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