
In questo periodo di tensioni a livello mondiale, non serve aspettare il 26 aprile per parlare di nucleare.
Nella prefazione di questo libro viene menzionato anche il recente conflitto tra Russia e Ucraina. Nei pressi della centrale di Chernobyl i mezzi pesanti avevano sollevato nuvole di materiale radioattivo e questo aveva contribuito a far tornare il ricordo e la paura del disastro del 26 aprile 1986.
Il libro è diviso in capitoli semplici e di facile comprensione.
Un giorno nella storia, si focalizza su quella fatidica notte e i giorni immediatamente successivi. Chi erano i lavoratori presenti? Perché si doveva fare quel test di sicurezza? Fino ad arrivare al momento dell’evacuazione degli abitanti e le prime anomalie radioattive registrate all’estero, dove ancora si sapeva meno di zero.
Il contesto, è la parte che chiarisce a livello storico-politico le dinamiche internazionali avvolte nel clima della guerra fredda. Dato che nei testi scolastici si trova un minestrone, queste pagine sono state apprezzatissime da parte mia.
Il capitolo Le ragioni spiega le concomitanze di fattori umani e tecnici che hanno portato al drammatico evento entrato nella Storia.
Ne I protagonisti troviamo la storia di alcuni dei personaggi principali a partire dalla loro nascita. Leggere le loro storie di vita, di come hanno trovato l’aspirazione per diventare ciò che sono diventati, me li ha fatti percepire in modo diverso. Per esempio Djatlov, nonostante il suo carattere rigido, irascibile e antipatico, conoscendo la strada che è riuscito a fare dal nulla con il suo intelletto come unico mezzo, non posso non provare una certa ammirazione per la sua tenacia.
Le conseguenze, parla delle ripercussioni a livello mondiale del disastro; racconta le precauzioni che il governo prese in Italia e di come la popolazione reagì; parla dell’instaurazione di una zona di esclusione attorno alla centrale e dei samosely che rifiutano di andarsene.
Concludo con una frase di Gorbačëv che mi ha colpito:
“Sovietici e americani hanno compreso una volta per tutte la magnitudine dei vulcani atomici. Le nostre azioni si sono fermate. Non soltanto noi, ma l’intero mondo”.
Ma, nel clima attuale, siamo davvero sicuri di ciò?
© MONIQUE NAMIE
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dovrebbero rileggersi questi documenti i guerrafondai di oggi, pronti a sganciare missili e minacciare atomiche come fossero petardi di capodanno 🙄🤷♂️👍👍
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Sì, dovrebbero. O forse si ricordano della storia, ma hanno deciso di ignorarla… non so più che pensare.
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