
Titolo: Innamoramento e amore. Nascita e sviluppo di una dirompente, lacerante, creativa forza rivoluzionaria
Autore: Francesco Alberoni
Prima pubblicazione: 1979
Premessa
Certe volte vorrei proprio essere aromantica (no, non aromatica come l’origano, ma proprio aromaNtica), che significherebbe non innamorarsi mai, in modo da evitare un sacco di problemi. Quindi spero mi perdonerete se tra le righe di questa recensione tratterò l’amore come un’emozione qualsiasi e Cupido come una vecchia pezza con cui pulire il pavimento, ma lo faccio soprattutto per sdrammatizzare. E se siete allergici al troppo miele, tanto meglio.
Trattandosi di un libro scritto nel 1979 non aspettatevi digressioni sull’amore omosessuale o sul poliamore. L’autore tratta l’argomento in modo neutrale, con citazioni filosofiche, psicanalitiche e letterarie. Sono io che uso lo spazio di questo articolo per sfogarmi un pochino. Non fraintendetemi, sostengo comunque l’amore in senso generale. Vogliamoci bene, abbasso la guerra.
Come conosco l’autore?
Conosco Francesco Alberoni dalle scuole superiori, quando leggevo il suo articolo settimanale nel Corriere della Sera che ci portavano gratuitamente in classe. Francesco parlava d’amore in modo diverso e intrigante. Era un argomento che nessuno mi aveva mai spiegato, né in famiglia, né a scuola. Il mio livello di ignoranza in amore all’epoca arrivava al punto che ero convinta che “amor ch’a nullo amato amar perdona“. La seconda interpretazione, ovvero che se ami qualcuno intensamente, questo ricambia in modo automatico per una qualche magica forza sovrannaturale. Tutto ciò che sapevo l’avevo visto in televisione, ma spesso e volentieri in TV ci si focalizza sull’aspetto della passione romantica, e della favola Disney, che non aiuta a capire. Io volevo capirne la logica!
E se state pensando: l’amore non ha logica. Beh, in realtà secondo l’autore una logica c’è eccome. Ma ne parlerò tra un po’.
Cos’è l’innamoramento?
Di sicuro non è magia. L’amore crea un miraggio come può esserlo un’oasi immaginaria nel deserto. Un proverbio giapponese dice: “Se c’è l’amore, le cicatrici da vaiolo sono graziose come fossette”. Ma allora che cos’è?
“L’innamoramento è lo stato nascente di un movimento collettivo a due“. L’autore ce lo rivela subito, nella prima riga del primo capitolo. L’amore e le istituzioni sono come l’essere umano e gli animali, pur essendo diversi esteriormente, hanno entrambi la stessa struttura delle cellule. All’inizio, la definizione non mi convinceva, ma l’autore è stato molto bravo a fornire prove e spiegazioni.
Quando e perché ci si innamora?
Ci si innamora e si vede tutto più bello. L’universo sembra girare attorno a quella persona, sembra quasi che l’esistenza di quella persona sia lo scopo stesso dell’universo e ci si sente grati per averla incontrata. Ed è tutta una magnifica illusione, frutto di una reazione chimica che avviene dentro il proprio corpo e che non ha nulla di magico. Quella persona è una semplice persona capitata in un momento in cui si era predisposti a innamorarsi, un momento di cambiamento interiore che spingeva verso il desiderio di creare/cercare qualcosa di migliore in questa società piena di schifo.
La cosa tragica è che nella maggior parte dei casi l’altra persona non è al momento altrettanto predisposta a innamorarsi e quindi tanti saluti e cuori spezzati. Se invece anche l’altra persona è predisposta e l’amore è ricambiato sarà come sentirsi benedetti dalla grazia divina. “Il suo amore aveva fatto apparire un universo buono, in cui la vita è forza gioiosa, in cui i colori sono vivi, le cose belle.”
Sono emozioni che tendono a essere ridicolizzate dalla società, perché gli innamorati non sono controllabili. Per questo l’amore, da un certo punto di vista, è un problema per le altre istituzioni. Da un tentativo di controllare l’amore, nasce poi il matrimonio.
Nessuna certezza
Affidarsi all’amore è rischioso come un gioco d’azzardo, o forse anche più rischioso, perché si mette in gioco la propria vita e il proprio futuro.
Una cosa molto interessante che si legge tra le pagine è che nell’amore, accanto alla felicità, c’è sempre una nota di tristezza. L’amore “ferma il tempo”, ma fermandolo sacrifica ogni certezza e ogni risorsa. Non c’è nulla di più importante al mondo della persona che amiamo, vogliamo costruire una nuova esistenza con lui/lei, ma non c’è nulla di garantito, nessuna certezza assoluta. L’innamoramento “è un canto altissimo che non è mai certo di avere risposta“. E anche se riceve risposta, c’è sempre l’elevata possibilità che con il tempo si prenda mentalmente due strade diverse, o subentri la noia di una vita monotona e che l’amore finisca, o che uno solo dei due si disinnamori lasciando l’altro col cuore metaforicamente pietrificato, finché il tempo pian piano non guarisce la ferita.
Si può restare innamorati per sempre?
Concludo con un po’ di ottimismo, rispondendo di sì alla domanda. L’autore spiega che è raro, ma esiste effettivamente un modo per restare per sempre innamorati di una persona, anche se questa viene a mancare o si trova lontana per molto tempo per motivi diversi dalla sua volontà.
Questo tipo di amore che dura per sempre è di tipo mistico. Ha una forte componente immaginativa e vede l’altra persona come qualcosa di divino, inviolabile, intoccabile, irraggiungibile e al contempo onnipresente. Può anche essere ricollegabile a un’esperienza religiosa, ma non è per forza un amore privo di carnalità.
Grazie Francesco per aver fatto un po’ di chiarezza su questo sentimento che appare magico e misterioso, ma che infine ha la sua logica del tutto terrena.
© MONIQUE NAMIE
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E’ un libro che ho letto anni fa! Molto interessante🌺
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L’ho trovato molto interessante anch’io
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È un argomento molto complesso e su cui esistono tanti pareri quante sono le persone. Si potrebbe parlarne per ore!
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Già, probabilmente hai ragione!
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Splendido post. Sono sempre più orgoglioso di essere da tempo un tuo regolare lettore e commentatore.
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Grazie mille per l’apprezzamento!
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Grazie a te per la risposta! 🙂
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io sono al contrario, l’amore per me è vitale.
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Non credo di aver scritto che per me l’amore non è vitale. È che avendo collezionato solo delusioni, certe volte divento un po’ cinica.
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Anche io ho preso delusioni, ma non riesco a non avere sempre la voglia di innamorarmi e non parlo solo sentimentalmente.
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bella questa lettura, hai razionalizzato l’idea dell’amore, che se in adolescenza ci sembrava l’unica cosa su cui contare, nell’età adulta diventa solo un sentimento da gestire come molti altri, cercando di valutarne i pro e i contro. 👍👍👍👍
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È una lettura davvero interessante! Grazie per il commento, Max!
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In realtà è una bella fregatura anche l’aromanticismo perché il cuore te lo spezzano con tutti gli altri tipi di amore, ma di solito non hai il supporto delle convenzioni sociali che ti consolano a forza di cucchiaiate di gelato ed espressioni di solidarietà.
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Non ci avevo pensato. Intendi delusioni in campo dell’amicizia? Non mi vengono in mente altri tipi di amore non romantico.
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Anche, ma avevo in mente più delusioni in campo queerplatonico (relazioni intime profonde, ma più strutturate rispetto all’amicizia).
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Ah okay! In effetti, ogni tipo di legame più o meno profondo può portare a una delusione.
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