
In questo articolo presento e traduco la poesia "Gli aceri di notte" di Zhang Ji, poeta della dinastia Tang.
In questo articolo presento e traduco la poesia "Gli aceri di notte" di Zhang Ji, poeta della dinastia Tang.
La poesia su cui mi focalizzo in questo articolo è stata scritta da Li Bai (李白), e fa parte di un gruppo di quattro poesie che raccontano di quattro diversi scenari. La prima presenta una scena primaverile, la seconda racconta una scena estiva, la terza tratta una scena autunnale e la quarta una scena invernale.
"Il lamento della scala di giada" è una poesia di Li Bai (李白), famoso poeta della dinastia Tang. Nello scrivere questa poesia l'autore si rifà allo stile passato dello yuefu, "ufficio della musica", genere tipico durante la dinastia Han.
"Pensieri nella quieta notte", è una celebre quartina cinese di cinque caratteri scritta da Li Bai (李白), poeta della dinastia Tang. Questa poesia descrive le sensazioni dell'autore mentre guarda la luna in una notte d'autunno dall'interno di un'abitazione.
Questa poesia è stata scritta durante il regno dell'imperatrice Wu Zetian. L'autore, il poeta Cheng Zi'ang (陈子昂), era un letterato che si dedicava anche alla politica. Osò parlare francamente all'imperatrice consigliandola e criticandola, e per questo fu punito.
Anche in Cina esiste un detto simile al nostro "gli occhi sono lo specchio dell'anima". L'ho scoperto leggendo un articolo sulle usanze cosmetiche proprie delle donne dell'antica Cina.
Traducendo questo testo ho scoperto un po' di piacevole bromance anche nell'antica Cina. Letteralmente Wénjī-qǐwǔ (闻鸡起舞) significa “sentire il gallo cantare e alzarsi per allenarsi”, ma si può abbreviare con “alzarsi al canto del gallo”.