
Questa settimana infrango la regola dell'unico articolo al venerdì per farvi conoscere questo emozionante cortometraggio sul Vajont.
Questa settimana infrango la regola dell'unico articolo al venerdì per farvi conoscere questo emozionante cortometraggio sul Vajont.
Di ritorno dalla diga di Pieve di Cadore non potevo non fermarmi a Longarone, paese tristemente noto per un'altra diga, quella del Vajont. Ecco il mio report.
L'autore di questo libro è il bambino nella foto di copertina, avvolto nella coperta e portato in salvo dai soccorritori. Ha vissuto la tragedia del Vajont, ma aveva appena venti mesi e quindi non gli sono rimasti ricordi, o forse sì?
Tina Merlin, giornalista de L'Unità, fu colei che raccontò le paure degli abitanti del comune di Erto-Casso, anticipando l'evento catastrofico che si sarebbe verificato. Dall'enfasi che mette nella sua cronaca, dal particolare modo di esprimersi, traspare una personalità forte e decisa. È una persona che deve raccontare la verità a qualunque costo.
Un libro per far rivivere i bambini del Vajont e per raccontare ai più piccoli la tragedia del 9 ottobre 1963. L'autrice, Emanuela Da Ros, narra eventi reali e di fantasia. Per i fatti reali ha raccolto informazioni da una zia di Marinella e da un paio di maestri sopravvissuti.
Anche noi, qui in Italia, abbiamo la nostra piccola Hiroshima, tuttavia troppe poche persone conoscono la storia (soprattutto tra i più giovani), e se la conoscono non le danno abbastanza importanza.
Dopo anni, sono tornata a Longarone per visitare i luoghi della memoria.
Una notizia che mi ha notevolmente scosso e indispettito è stata quella del progetto di far passare una strada sopra i resti della vecchia Longarone. Strada che era stata progettata in previsione dei Campionati mondiali di sci a Cortina nel 2021.