“Casablanca”, il romanticismo nel 1942

«Dove sei stato ieri sera?»
«È passato tanto tempo, non me ne ricordo».
«Ci vedremo questa sera?»
«Non faccio mai piani così in anticipo».

Marocco francese, 1941. Durante la Seconda guerra mondiale, Casablanca è un crocevia, un crogiolo di culture. Molti ci arrivano da varie nazioni dell’Europa per trovare un passaggio per l’America.
Il film è ispirato a un’opera teatrale del 1940 intitolata, Tutti vengono da Rick (Everybody Comes to Rick’s di Murray Burnett e Joan Alison). Il nome Rick’s si riferisce al Rick’s Café Américain, locale gestito dal nostro cinico protagonista.
Non è difficile immaginare un’opera teatrale mentre si guarda il film, perché gran parte delle scene sono girate dentro il locale di Rick o in ambienti chiusi/circoscritti, senza grandi spostamenti di background.
Casablanca è un film che ha ispirato e tutt’ora ispira. Le influenze culturali non si fermano solo all’ambito cinematografico. Le citazioni sono innumerevoli. Di recente ne ho riscontrata una anche in Mission Impossible: Rogue Nation, quando una spia ripete una stessa identica frase che viene detta nel film del 1942: «E che cosa vi porta qui, a Casablanca?»
La canzone di seguito è quella di Rick e Isla. Rick aveva vietato al pianista di suonarla. Anche se non lo dice apertamente, è evidente che sentirla gli fa male perché gli ricorda l’amore vissuto a Parigi.

Rick Blaine, interpretato da Humphrey Bogart, è un cinico, disinteressato alle donne. Di che nazione siete, gli chiedono. Ubriacone, risponde lui. Ma quando arriva Ilsa, il cinismo di Rick sparisce annegato nello sconforto. I due avevano avuto una storia d’amore a Parigi, terminata in modo brusco e incognito. Rick scopre di essere ancora innamorato, solo che ora lei è a Casablanca con il marito.
Isla e il marito necessitano di un visto per andare in America, e chi potrebbe procurarglielo è Rick, che però si rifiuta. Da una parte nutre un sentimento di vendetta per il dolore e la delusione che gli sono stati causati, dall’altra parte vorrebbe trattenere Ilsa con lui.
Personaggio affascinante, questo Rick, se non altro per la complessità emotiva che lo caratterizza. Il suo cinismo assume un significato diverso dopo che si capisce la delusione che ha dovuto sopportare in ambito sentimentale. Ma persino la sua spietatezza si addolcisce davanti alla donna che non ha mai dimenticato.
E quando, in risposta al discorso di una sposina disposta a tutto pur di ottenere per lei e il marito i biglietti per l’America, lui dice con aria mesta: «Nessuno mi ha mai amato tanto», mi si è torto qualcosa dentro. Un film che i romantici sapranno apprezzare.


© MONIQUE NAMIE
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Monique Namie

4 pensieri riguardo ““Casablanca”, il romanticismo nel 1942

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