“Il libro delle delizie”, Ibn Zabara

Titolo originale in yiddish: ספר שעשועים (Sèpher Sha‘ashu‘im)
Autore: Ibn Zabara, scrittore e medico ebreo catalano
Epoca: opera scritta tra il 1170 e il 1200

“Preparati per questo mondo come se dovessi vivere sempre. Preparati per il mondo avvenire come se dovessi morire domani.”

No, non è un libro di ricette, nonostante il titolo possa farlo pensare. Si tratta di un romanzo satirico in prosa rimata risalente al “periodo aureo” della letteratura ebraica, che va dalla fine del X alla metà del XIII secolo.

Il libro delle delizie è l’opera più importante di Ibn Zabara. Riconducibile al genere letterario arabo della maqama: originariamente testo in prosa rimata, alternata a versi misurati, introdotti di solito dalla formula: “E il poeta ha detto…” Nella traduzione le rime e i versi misurati si sono persi. Presenta una successione di episodi narrativi come aneddoti, racconti più o meno popolari, e anche descrizioni di fatti realmente accaduti.
Il libro è dedicato a Sheshet Benveniste di Barcellona, di cui l’autore parla come del suo “signore perduto“. Ciò fa supporre che Zabara abbia dovuto veramente abbandonare Barcellona per istigazione di qualcuno rivelatosi un nemico, come narrato nel libro.
Il testo è una raccolta di quindici novelle di varia lunghezza inserite all’interno del racconto di un viaggio. Spesso queste novelle diventano storie nella storia. Il protagonista è l’autore stesso. Joseph (Giuseppe) Ibn Zabara segue in viaggio un individuo di nome Enan. Joseph, che sa riconoscere la personalità dai tratti fisici, fin da subito non si fida e ne ha una cattiva impressione, ma si trova costretto a seguirlo per via della sua insistenza. E poi Enan si rivela essere un demonio. Di se stesso dice: “Sono cresciuto fra gli uomini, ma sono nato fra i demoni”.
Il nostro Joseph segue questo malvagio per varie città, incontra diverse persone che offrono loro ospitalità e che raccontano loro storie, aneddoti e detti. Alla fine arrivano alla dimora di Enan. L’atmosfera qui è inquietante e creata abilmente con poche descrizioni: il servo sporco e trasandato, la tavola coperta da una tovaglia logora, un recipiente a forma di testa di porco, l’ira di Enan che cresce man mano che si rende conto che le sue parole non riescono a toccare Joseph.
Nel testo si trovano riferimenti ad antiquate teorie mediche del tempo che danno conferma del fatto che Zabara fosse un medico. In particolare il principio umorale che afferma che nel corpo vi siano quattro umori: sangue, flemma, bile gialla, bile nera, affiancati ai quattro elementi, aria, acqua, fuoco, terra. L’autore è un po’ un tuttologo: ha una buona infarinatura di tutte le scienze: cosmologia, matematica, scienze naturali… Le sue, comunque, sono conoscenze che al giorno d’oggi sono superate e che fanno sorridere. Vi sono teorie assurde, come quella secondo cui il carattere s’imprima sui tratti del viso e sulla corporatura di una persona. O quella che spiega come generare figli maschi o femmine a piacere. O quella sul motivo per cui la grandine si forma d’estate e non d’inverno. Oggi sappiamo che è colpa delle correnti d’aria calda e fredda che fanno percorrere alle goccioline ghiacciate moti ascendenti e discendenti che ne accrescono il volume. Al tempo le idee erano ancora un poco confuse, per usare un eufemismo.
In alcuni racconti si avverte una forte tendenza misogina. Una delle novelle è nota col titolo “In spregio alla donna“. I consigli delle donne sono il male, non esistono donne per bene, le donne ti rovinano la vita, le donne sono peggio del demonio. E allora, tu, fallocrate, stanne alla larga, lasciale in pace. Vivi e lascia vivere. Non ci riesci? Sappi che il problema non sono le donne, ma tu stesso che getti verso di loro il fastidio nei confronti di qualcosa che hai dentro, che fa parte di te, non di loro. Scusate la divagazione. A favore dell’autore, posso dire che la misoginia esce dalla bocca di Enan che è esso stesso il male, quindi ciò che dice dovrebbe essere messo tutto in discussione e capovolto.
Libro interessante per chi ama viaggiare indietro nel tempo ed esplorare una cultura remota.


© MONIQUE NAMIE
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Monique Namie

4 pensieri riguardo ““Il libro delle delizie”, Ibn Zabara

  1. Meravigliosa opera medioevale, per molti versi più che mai attuale, se rapportata ai giorni nostri. “Gli stolti vogliono farmi torto perché innamorato dell’intelligenza,
    sono ostile alla stoltezza.” Ottimo soggetto per un ottimo articolo. Complimenti. Ciao, Marco

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