Jurassic Park, il romanzo

Titolo: Jurassic Park
Autore: Michael Crichton
Prima pubblicazione: 1990

Qui non abbiamo ricreato il passato. Il passato è svanito e non può essere ricreato. Non esiste più. Noi qui abbiamo ricostruito il passato. E sto solo dicendo che possiamo farne una versione migliore.

Dovendo scegliere il mio primo romanzo di fantascienza da leggere sui dinosauri, non potevo che buttarmi su quello che ha ispirato la celebre saga di Jurassic Park. Un singolo libro autoconclusivo ha dato origine a sette film sui dinosauri. Ed ecco che durante la lettura troviamo scene che nelle versioni cinematografiche si trovano sparpagliate in diversi film con qualche modifica.

Ian Malcom è presente inizialmente sotto forma di citazioni. Ogni tanto, all’inizio di un capitoletto c’è una sua bella frasetta sulla bellezza della matematica e il caos dell’esistenza. Quando lo conosciamo di persona appare molto fedele al personaggio del film. Viene paragonato in entrambe le versioni a una specie di rock star. Mi piace com’è caratterizzato: aveva previsto tutto a livello teorico. «Quell’isola ha un problema. È un incidente in attesa di verificarsi.» E poi, ogni tanto, dice cose affascinanti: «Per la terra, cent’anni sono niente. Un milione d’anni sono niente. Questo pianeta vive e respira su una scala molto più vasta. Non possiamo immaginare i suoi ritmi lenti e potenti e non abbiamo l’umiltà di provarci. Abitiamo qui solo da un batter d’occhio. Se domani non ci fossimo più, la Terra non sentirebbe la nostra mancanza»

Alan Grant è un vedovo barbuto di quarant’anni e nel libro, a differenza del film, non è allergico ai bambini. La paleobotanica, Ellie, è un’abbronzatissima ventiquattrenne bionda. E c’è anche l’informatico Dennis Nedry. Ah ah ah, non hai detto la parola magica!

Una mappa di Isla Nublar

Ricordo che quando vidi Jurassic Park la prima volta, nel 1997, andavo alle elementari e grazie a quel film mi era presa la fissa per l’ambra ed era nata in me l’idea che da grande avrei fatto la paleontologa. (Pensate che sedici anni dopo ho dato un esame di paletnologia all’università tra i crediti a scelta. Era l’unica materia affine alla ricerca preistorica e all’esame presi 29, più di alcune studentesse di archeologia. Io studiavo cinese). Questo per dire che anche nel libro l’ambra ha un’importanza fondamentale. Hammon ne compra intere riserve. È da insetti succhiasangue intrappolati dentro l’ambra fossile che si può ottenere il DNA di un dinosauro. Ricordate?

Quando la compagnia arriva al parco per il giro turistico, le spiegazioni tecniche sul DNA e sui sistemi di controllo sono un pochino pesanti. In definitiva anche lo stile non è nulla di che, anzi certe volte secondo me funziona proprio male. Per esempio, quando vengono inserite descrizioni poetiche dell’ambiente in scene in cui dovrebbe esserci suspence. La testa del tirannosauro s’infila sotto la cascata dove si sono nascosti Grant e i ragazzi e il narratore parla del velo d’argento dell’acqua.
Il libro si lascia leggere, ma in generale preferisco il modo in cui è stato strutturato il film. Personaggi che avevano molto da dare muoiono alla fine del libro lasciandomi con un senso di delusione; personaggi abbastanza inutili e paurosi si salvano e, in certe occasioni, hanno scatti ingiustificati di coraggio.
L’età di Tim e Lex nel libro sono invertite. Lex è la più piccola e le conferisco il premio di personaggio più insopportabile. Anche il Grant cinematografico secondo me è migliore: inizialmente allergico ai bambini (“i bambini puzzano” cit.), che in seguito impara a conoscere e a prendere in simpatia i nipoti di Hammond. Per i miei gusti, è migliore anche la relazione tra la paleobotanica e il paleontologo che appare un po’ oltre l’amicizia. Molte scene nel film rendono meglio il momento di suspence rispetto a scene simili narrate nel libro.
Hammond: «Chi avrebbe potuto immaginare che sarebbe andata a finire in questo modo?»
Ellie: «Malcolm, a quanto pare.»
Malcolm: «Non l’ho immaginato. L’ho calcolato.»


© MONIQUE NAMIE
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Monique Namie

2 pensieri riguardo “Jurassic Park, il romanzo

  1. Concordo. Anche se ho letto il libro molto tempo fa, ricordo che non mi convinse del tutto. Ho apprezzato la possibilità di scoprire alcuni dettagli e curiosità che nel film, necessariamente, non potevano inserire (tipo il progettato Jurassic Park Europa alle Azzorre, per dire una sciocchezza, ahah!)… ma forse la versione cinematografica è meglio. Crichton è anche tra gli sceneggiatori, quindi forse ha “corretto” alcune cose, o perlomeno le ha rese bene per il medium diverso. Aveva abbastanza esperienza, avendo sceneggiato vari film ed episodi di serie tv (io ho visto “Westworld” del 1973, che ha anche diretto).

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