“La grande clessidra” di Ron Goulart

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Trama: Sam Brimmer è un investigatore temporale che possiede una macchina del tempo umanoide capace di pensieri propri. Sam si occupa principalmente di risolvere piccole questioni personali: completare alberi genealogici, rintracciare ultime volontà, ecc. Ma, un giorno, nel suo ufficio entra un uomo che denuncia la scomparsa di una ragazza nel tempo. La risoluzione del caso si dimostrerà essenziale per preservare la realtà storica. 


Non vedevo l’ora di ricominciare a leggere qualche vecchio Urania, così ho optato per una bella storia sui viaggi nel tempo.
Scovato al mercatino, questo libro pubblicato 1978 (il racconto è del ’76) presenta macchie bianche di pittura sulla copertina. Quelle che coprivano il disegno le ho raschiate via con calma, le altre le ho lasciate lì. Non mi dispiace che abbia questa piccola imperfezione perché lo rende vissuto. Qualche viaggiatore nel tempo potrebbe venire dal futuro a prenderlo come cimelio.

La grande clessidra” ha tutte le caratteristiche del giallo fantascientifico. Una ragazza è scomparsa nel nulla in un’altra epoca, presumibilmente nella Hollywood del 1933, e gli uomini che potrebbero sapere qualcosa vengono misteriosamente uccisi prima che il detective Sam Brimmer,  e il suo aiutante, Sanchez, riescano a intercettarli.
All’inizio il rapimento sembra avere il classico movente del denaro, eppure proseguendo si scoprirà qualcosa di sorprendentemente più complesso.
La lettura è piacevole e divertente anche grazie a certi personaggi particolari capaci di intrattenere. Il detective e il suo aiutante sono tipi avventurosi  in grado di cavarsela nelle situazioni più pericolose. Tempo, il robot che consente di viaggiare nella quarta dimensione, è eccentrico e dalla battuta pronta. Il tenente Μanderson, del Comitato Sovrintendente ai Viaggi nel Tempo, è ossessionato dalla propria mortalità. Lavorare nel campo dei viaggi temporali non lo aiuta, perché lo rende maggiormente consapevole della fugacità del tempo. Si apre, in questo modo, una riflessione sulla caducità dell’esistenza che appare più volte all’interno del testo. Μanderson dichiara: “Se torno indietro più di cento anni, mi vengono i brividi. Non faccio altro che pensare che tutti quelli che incontro sono morti, a parte qualche altro viaggiatore.”

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A regolare i viaggi nel tempo c’è, appunto, il CSVT (Comitato Sovrintendente ai Viaggi nel Tempo), un organismo che sorveglia tutti gli spostamenti e impedisce ai viaggiatori di alterare la storia. Nonostante i rigidi controlli, esistono comunque dei loschi individui che passano da epoca all’altra clandestinamente per rubare oggetti dal passato e rivenderli nel futuro.
La particolareggiata ambientazione futuristica creata da Ron Goulat è palpabile ad ogni riga, e direi anche un po’ eccessiva. I materiali che oggi conosciamo sono quasi tutti sostituiti da “pseudo copie”: pseudovetro, pseudogomma, pseudoschiuma. Le sostanze naturali sono diventate beni lusso. La classe meno agiata deve accontentarsi del “pseudo-“. Neanche i cibi sono stati risparmiati: troviamo  cibofiocco sintetico e alghe criptobiotiche.
L’unico elemento rimasto tale e presente in grande quantità è il metallo. I segretari sono robot, esistono robopoliziotti, robomedici, persino cani da guardia robotici. Carne e metallo si fondono nei cyborg, che sono una realtà, non solo tra gli umani, ma anche tra gli animali. Viene da chiedersi a che livello sia la disoccupazione, visto che più della metà degli incarichi è affidata ad automi.
Per concludere, riporto un breve scambio di battute che mi ha molto colpito. Secondo il detective protagonista, il passato non è morto, ma continua a esistere: un’idea affascinante sulla quale mi sono soffermata a pensare anch’io qualche volta. Dunque alla domanda: “Usavano armi del genere nel secolo scorso?“, il nostro Sam risponde: “Le usano ancora“. In questo contesto, trovo che il tempo verbale presente in riferimento a qualcosa di passato sia geniale.

Contenuti extra
Su questo stesso libretto sono presenti altri due testi:
1) “Il caso Kugelmass” di Woody Hallen, un racconto in cui viene descritta una specie di macchina nel tempo in grado di trasportare persone dentro l’epoca e l’ambientazione dei libri.
2) “E il ghiaccio era dovunque” di Isaac Asimov, un articolo che parla dei primi esploratori che si spinsero fino all’Antartide.


Licenza Creative Commons Questo articolo © Monique Namie
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16 pensieri riguardo ““La grande clessidra” di Ron Goulart

  1. Ah, gli Urania con il prezzo in Lire…

    Di Ron Goulart ho letto ‘Uomini, macchine e guai’ che mi ha colpito per come, pur spostando tutto in un contesto futuristico, riuscisse sempre a parlare di tradimenti, soldi, sotterfugi e litigi. Un po’ come se la tecnologia alla fine non fosse in grado di scrollarci di dosso i nostri eterni problemi.

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    1. Leggere vecchi libri mi piace anche per questo. In questa lettura ci sono sia riferimenti al passato che a una società futura, quindi doppia ricchezza di contenuti che permette di capire il pensiero dell’epoca in cui è stato scritto. 🙂

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  2. Lo ammetto, appena ho letto le parole macchina del tempo ho pensato “devo metterlo in wishlist” (si vede che un padre fissato con Douglas Adams e anni di Doctor Who mi hanno ormai influenzata). Lo aggiungo alle prossime possibili letture. Grazie per la segnalazione!

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    1. Io ho una passione per i viaggi nel tempo da prima della scoperta di Doctor Who, forse è stata colpa di Ritorno al futuro visto da piccola. 😀 Ecco, se dovessi trovare un difetto al libro, direi che ho sentito la mancata della descrizione del viaggio: i protagonisti, infatti, si trovano direttamente in un’altra epoca dopo un salto narrativo.
      Grazie a te per il commento. Felice che il testo ti abbia incuriosita!

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