
Titolo: The OceanMaker
Anno: 2014
Genere: animazione, fantascienza, drammatico
Sito: www.mightycoconut.com
L’epoca d’oro della fantascienza è trascorsa e in libreria non si trova ormai quasi più nulla di questo genere. Eppure la science fiction offre ancora infinite possibilità di trattare argomenti importanti per l’attualità. The OceanMaker è un buon esempio di come con la fantascienza si possono toccare temi sociali e ambientali che riguardano il presente.
La Terra è diventata arida e desertica. Mari e oceani si sono totalmente prosciugati. Per procurarsi l’acqua in questo mondo post-apocalittico, l’umanità sonda il cielo con degli aerei speciali alla ricerca di qualche piccola nuvola da prosciugare. Tutti, tranne una giovane che invece di depredare ciò che la natura mette a disposizione sperimenta un modo per sanare il problema.
La critica nei confronti di quei comportamenti che mirano allo sfruttamento incontrollato non è nemmeno poi tanto velata. Da un punto di vista sociale, invece, questo short film punta il dito verso il giudizio frettoloso. Gli sfruttatori, vedendo arrivare un potenziale concorrente, decidono che l’unica soluzione possibile è abbatterlo. Scoppia la battaglia. L’ottusità umana si manifesta in modo tanto prepotente e realistico da risultare irritante. Anche per questo ho trovato questo cortometraggio davvero ben riuscito.
A un certo punto qualcuno si rende conto che il nemico in realtà è un amico. Una volta atterrati potrebbero anche stringersi la mano come vecchi compari e chiedere lumi sulla portentosa invenzione. Già, magari.
Il lieto fine su questo cortometraggio arriva solo all’ultimo istante. Per certi versi, sembra una rappresentazione metaforica della vita della Fenice. Per rinascere più forte, deve prima bruciare e morire. Fuoco e acqua come lo ying e lo yan.
Il foglio del progetto “Rain Maker” che potrebbe salvare il mondo vola via, un attimo prima della fine. Tutto è perduto, o meglio, tutto si direbbe perduto. Il temporale finalmente infuria. Il progetto trascinato dal vento della tempesta raggiunge un altro essere umano. L’eredità passa di mano dando vita al futuro: “The OceanMaker”. Non si possono realizzare grandi cose da soli, serve che la sapienza venga tramandata.
Non riesco a smettere di pensare alla reazione dello sfruttatore senza scrupoli. Credo che l’irruenza nelle decisioni spesso derivi da un mix di fretta, pregiudizio e paura. Chi ha voglia di perdere tempo a cercare di comprendere qualcosa che è dato per certo? Perché mettere in discussione la propria opinione? Forse perché “dubitare di se stesso è il primo segno dell’intelligenza.” – Ugo Ojetti
Questo cortometraggio offre qualche indizio su come perfezionarsi a livello sociale. Inoltre l’avvertimento di trattare al meglio la natura senza sfruttare e depredare è sempre un argomento di grande attualità.
© MONIQUE NAMIE
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non conosco questo film, ma sono d’accordo sul fatto che dovremmo sempre mettere al primo posto i problemi ambientali, troppo spesso lasciati in secondo piano, con tutte le conseguenze del caso…
Buon wek end 😉
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Purtroppo l’opera di sensibilizzazione su certe tematiche sembra non bastare mai.
Buon weekend anche a te!
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Adoro il genere post – apocalittico. Hai qualche libro o film di questo genere da consigliarmi?
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Un film post-apocalittico che mi piace è “Waterworld” del 1995 Al contrario di questo cortometraggio in cui il mondo è totalmente desertico, su Waterworld le calotte polari si sono disciolte sommergendo le città. I pochi sopravvissuti hanno formato delle comunità su delle zattere.
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