“Bloom” poema su Louis Slotin

Titolo: Bloom
Autore: Lista Michael
Prima pubblicazione: 2010
Genere: poesia
Pagine: 76
Consultabile su Internet Archive

The moon was a slice
of sautéed onion the night
I decided I needed to die

[-Louis Slotin on Hiroshima-]

Io che scrivo poesie, ma che non sono mai stata abbastanza motivata a leggerne interi libri, mi sono fiondata su questo per il solo, esclusivo fatto che c’entra Louis Slotin.

21 maggio 1946. Allo scienziato Louis Slotin scivola il cacciavite che sta usando durante un test di criticità su un nucleo di plutonio. Un’ondata di radiazioni lo colpisce e da allora gli restano nove giorni di vita.

Questo libro è un mix di poesie e brevi raccontini in prosa con stile criptico. La vita dello scienziato è romanzata, o meglio, è ispirata a quella di Leopold Bloom dell’Ulisse di Joyce. Il fatidico giorno dell’incidente è reinventato attraverso immagini poetiche, il tutto è composto da diversi fili narrativi, storie e immagini che si ricollegano al super discusso romanzo di Joyce.

Dato che non ho letto l’Ulisse di Joyce e nemmeno l’Odissea per intero, temevo che Bloom fosse troppo complesso da affrontare con solo metà elementi del background. E in parte è stato così. La prima pagina mi mostra i contenuti: “The Telemachiad“, “AM” e “PM“. E io, che ho dimenticato buona parte della letteratura preistorica (bell’ossimoro, no?), vado a fare una ricerca su Wikipedia: “Nella letteratura, la Telemachia è un termine usato per indicare i primi quattro libri dell’Odissea, poema epico attribuito ad Omero.” Okay, grazie Slotin, per merito tuo sto facendo ripasso delle cose più impensabili. La pagina seguente mi rassicura: una bellissima cartina d’epoca della zona ad accesso limitato di Los Alamos. Ogni edificio numerato e specificato nella legenda. Ora posso tornare indietro nel tempo e visitare il luogo senza perdermi.

L’autore adotta lo stile complesso di Joyce, fatto di metaforici giochi lessicali, parole inventate che suonano bene, ma che non ho trovato nel dizionario, perché probabilmente fusioni di più termini o giochi etimologici, chissà. Ecco un esempio di gioco di parole per me più comprensibile: “frisbeeing your wife out like a freebie”.

Da Wiki: “Nel romanzo Leopold Bloom, ebreo irlandese, è un piccolo borghese, impegnato a tradire la moglie Molly da cui è tradito.” Per cui in questo libro di poesia abbiamo un Dott. Slotin sposato (nella realtà non lo era), impegnato a tradire la moglie rappresentata da Molly, la quale ha una relazione con un collega di Slotin. Praticamente sono tutti cornuti. All’inizio la cosa mi aveva disturbata parecchio, perché avevo l’impressione che l’autore, invece di creare un omaggio allo scienziato, avesse voluto usarlo per omaggiare Joyce. L’unica che cosa che accomuna Bloom e Slotin è che sono entrambi ebrei. La quarta di copertina suggerisce un collegamento anche tra Odisseo e Slotin, in quanto Odisseo fu il creatore del Cavallo di Troia, prima arma di distruzione di massa, mentre Slotin assemblò il nucleo per il Trinity, primo ordigno atomico fatto esplodere.

Ciò che mi è piaciuto di più leggendo questo libro di poesie è che c’è una buona dose di scienza nei versi. E questo, almeno per me, rende tutto più affascinante. Oltre alla scienza ci sono comunque delle immagini poetiche molto belle. Si nota il desiderio di cogliere la complessità formale del mondo così come rivelata dalle varie discipline scientifiche. La spontaneità della personalità è inquadrata nel rigoroso e antico meccanismo del mondo.

Di seguito presento le parti che, per un motivo o per l’altro, mi hanno colpito di più.

Louis Slotin and Calypso
Testo in prosa molto particolare e inaspettato. È come se a scrivere fosse un’amante (“my Louis is in the street“) che però a tratti pare arrabbiata con il suo amore e lo ridicolizza. Quando lui alza lo sguardo al cielo, si chiede se stia guardando un aereo o stia avendo una visione dell’Onnipotente. No, sta solo starnutendo. Si arrabbia quando lui tocca la falda del cappello per salutare una donna che passa in bici, ma poi lo giustifica. Magari si è solo aggiustato il cappello per ripararsi dal sole.

Su Lotus Eaters, grazie alle citazioni scientifiche, la poesia diventa qualcosa di fantascientifico. “Fission: how when an atom’s centre smashes and cracks,/new light explodes from matter’s collapse,/a contagious backlash that shunts/neighbours from their paths

Louis Slotin as Pigeon Feeder
Il titolo si riferisce a un esperimento con il carbonio 11 (isotopo radioattivo del carbonio creato artificialmente con un ciclotrone). In questo esperimento (risalente agli anni ’39 e ’40) Slotin dava da mangiare l’isotopo a dei piccioni per poi compiere delle misurazioni sul fegato degli animali. Ne risultava che tutto il piccione era “bio” eccetto il fegato. 1
Nella poesia, tuttavia, non si parla di questo. Lo scienziato qui viene trattato proprio male, dipinto come un donnaiolo e allo stesso tempo felice che il collega, Graves, stia incollato a sua moglie sulla pista da ballo. “Happy to split your happy union like a helium nucleus”. Mentre gli altri fisici pensano sia un gioco calcolato “to achieve a private criticality of cells”.

A Pink Wool Knitted Dress è una delle mie preferite. Racconta del giorno del matrimonio tra Louis e sua moglie. Lui è descritto come un poveraccio che prende in prestito di nascosto il vestito gessato di seconda mano di suo padre. Poi la miseria viene colmata da delle immagini poetiche che ho trovato bellissime, come “I was the void/over which the face of a god moved.” Oppure “Our hands empetalled, a bright new union/in the republic of light”.

La poesia Scylla & Charibdis mi ha ricordato molto alcune scene del romanzo The Accident del 1955. Quando Louis prende in affitto una minuscola stanza economica sopra un locale, e lì vive per un po’ con la sua compagna. È molto probabile che anche l’autore di questo libro abbia letto il romanzo di Dexter Masters e si sia fatto ispirare da alcune scene. Solo che questa volta Louis porta nella stanzina due donne. E una di queste compie lo stesso identico gesto descritto su The Accident di posare le dita sul petto di lui mentre stanno stesi a letto illuminati dalla luce della luna. “If they smiled, it took every suicidal atom in me/not to see fidelity as resignation/to extincion.”

Louis Slotin Improvises è la poesia che mostra il momento fatidico dell’incidente. Il flash di luce diventa coprotagonista assieme allo scienziato, s’innamora di lui, gli chiede di sposarlo. La poesia segue un buon ritmo con la ripetizione costante della formula “And the flash that…” ogni due versi.
Segue The Eclipse, poesia che riassume la famosa scena del film Shadow Makers (L’ombra di mille soli), del 1989.
In Louis Slotin and The Green Knight lo scienziato afferra una spada e decapita il cavaliere verde, che comunque continua a muoversi e sale a cavallo, pure se è senza testa, versando sangue ovunque. Questa poesia mi ha fatto pensare al gesto di Slotin di ribaltare l’attrezzatura nell’attimo successivo all’incidente, azione istintiva che comunque è stata priva di utilità (vedi il mio articolo Solleticando la coda del drago che dorme). Dunque ho interpretato il cavaliere verde come una personificazione della radiazione scaturita.

In Louis Slotin and Eumeus Los Alamos entra dentro una clessidra e viene risucchiata giù nella sabbia che finisce nell’ampolla inferiore con Louis. Il passaggio da un’ampolla all’altra mi sembra una chiara metafora del momento della morte, o comunque del non poter tornare indietro.

Louis Slotin You Will Not Turn Fourty
Un’immaginario quarantesimo compleanno che non avverrà mai, con tutti i parenti e gli amici e i colleghi scienziati. Ma manca qualcuno, e quando si scopre chi, l’atmosfera allegra assume un risvolto inquietante. “What about your bomb?/It’s the only one missing/We wait all through the night for it to come”.

Se volete leggere qualcosa di alternativo e originale, provate. Non è per niente male. In ogni caso, la mia opera preferita sulla storia di questo scienziato rimane Louis Slotin Sonata di Paul Mullin.

Fonti:
1- “The Mechanism of Carbon Dioxide Fixation in Cell-Free Extracts of Pigeon Liver” by E. A. Evans, Jr., Birgit Vennesland, and Louis Slotin
1- “Carbon Dioxide Utilization by Pigeon Liver” by E. A. Evans, and Louis Slotin
canadashistory.ca


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